Canone Rai in bolletta, il decreto entra in vigore

Con diversi mesi di ritardo, il decreto del famoso Canone Rai in bolletta entra finalmente il vigore. Il provvedimento, che inizialmente aveva ricevuto lo stop del Consiglio di Stato, si presenta ora in Gazzetta Ufficiale corredato di tutti gli accorgimenti voluti dai giudici di Stato.

Grazie a questa riforma il canone diventa di 100 euro (anzichè di 113) e non si pagherà più in un’unica soluzione con un bollettino ad hoc, ma sarà spalmabile in 10 rate a decorrere da gennaio fino a ottobre. Solo per quest’anno, considerato il noto ostacolo tecnico e la definizione dell’iter normativo, il primo addebito in bolletta scatterà a luglio e comprenderà le sette rate già scadute.

Dal momento in cui il canone Rai verrà fatto confluire nella bolletta elettrica, sarà poi cura delle imprese elettriche che incasseranno la tassa di riversarne l’importo all’Agenzia delle Entrate (e dovranno farlo entro il 20 del mese successivo). Questo ulteriore compito che verrà fatto gravare sulle imprese elettriche verrà però puntualmente ripagato: le utilities riceveranno 14 milioni di euro nel 2016 e altri 14 milioni nel 2017 per gestire al meglio e senza oneri propri l’intero sistema.

A far discutere parecchio sulla riforma del canone Rai in bolletta, c’è stato senz’altro il capitolo legato alla privacy: tutt’ora l’aspetto della privacy e della tutela dei dati sensibili non convince appieno le associazioni di settore.

Ma è la questione esenzione quella che Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, definisce “un vero pasticcio”: inizialmente a coloro i quali volevano segnalare la non detenzione dell’apparecchio televisivo era stato detto di farlo tramite una dichiarazione apposita, e solo successivamente, a legge ormai entrata in vigore, gli organi preposti hanno precisato che sarebbero state prese in considerazione solo le domande pervenute tramite modello approvato dall’Agenzia delle Entrate. Come saranno considerati, quindi, questi contribuenti?

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