WhatsApp, tassa in arrivo? Ecco come stanno le cose

Tassa su WhatsApp? Falso allarme: la Polizia di Stato chiarisce l’equivoco dell’indagine AGCOM.

In questi ultimi giorni si è parlato molto della possibilità che l’AGCOM spingesse per introdurre quella che è stata ribattezzata come la “tassa su WhatsApp“, e dopo lo sconcerto, le polemiche e le prese di posizioni degli utenti, la Polizia di Stato ha chiarito la vicenda: “Non ci sarà alcuna tassa su WhatsApp né sulle altre app di Comunicazione Sociale”.

Quella dell’AGCOM dei giorni scorsi è stata semplicemente un’indagine, insomma, che non aveva alcun fine diverso se non appunto quello di “effettuare un’attività di studio e una indagine conoscitiva, la cui azione è sempre volta a promuovere l’innovazione e la ricerca nelle comunicazioni, ma anche per creare dibattito sui nuovi strumenti di comunicazione”.

Tanto rumore per nulla, dunque? Praticamente sì. L’indagine dell’AGCOM voleva soltanto “analizzare il contesto tecnologico e di mercato in cui questi servizi si sono diffusi, mettendo in luce l’aumento del numero di utenti delle app, accompagnato da un minore utilizzo dei servizi vocali e di SMS”.

Da una indagine non si può imporre alcuna misura specifica sul fronte degli operatori OTT, perché l’indagine ha appunto una mera natura conoscitiva. Per cui l’idea di un intervento nel campo delle comunicazioni tramite ad esempio una tassa su WhatsApp, “è stata trasmessa dalla stampa in maniera assolutamente erronea e priva di fondamento”.

Ci fidiamo? O è lecito immaginarsi che la questione della famigerata tassa su WhatsApp finirà per ripresentarsi tra qualche mese (o tra qualche anno, tutt’al più)? In fondo, si sa come vanno a finire queste cose!

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