Povertà, l’Istat denuncia: 4.6 milioni i poveri assoluti

In Italia sono in aumento le persone che vivono in una condizione di povertà assoluta: raggiunti i 4.6 milioni. A soffrire di più sono stranieri e famiglie numerose.

Nel 2015 le famiglie in condizione di povertà assoluta sono state 1 milione e 582 mila, mentre le persone povere 4 milioni e 598 mila (il numero più alto dal 2005). Questi gli ultimi dati diffusi dall’Istat relativamente all’incidenza della povertà nel nostro Paese, una povertà che le analisi dell’Istituto di statistica addebitano prevalentemente alle famiglie numerose e agli stranieri.

La diffusione della povertà assoluta è in aumento al Nord, ed in particolar modo tra gli stranieri, tra quanti abitano nelle aree metropolitane, e tra quanti hanno dei capifamiglia di età compresa tra i 45 e i 54 anni; si vive tendenzialmente meglio, invece, all’aumentare dell’età del capofamiglia (l’incidenza della povertà è di appena il 4% quando in casa c’è un ultra 64enne). Ad influenzare il fenomeno però non è solo il posto in cui si abita o l’età di chi fa parte del nucleo abitativo, ma anche il peso del titolo di studio: se chi tiene le redini del bilancio familiare ha almeno un diploma, l’incidenza della povertà lo colpisce in maniera decisamente più bassa rispetto a chi ha solo una licenza elementare.

A soffrire più di tutti è ancora una volta il Sud, nell’ambito del quale sono 4 su 10 le famiglie indigenti. Le più colpite sono quelle con 4 componenti (9.5% del totale), le coppie con 2 figli (8.6%) e le famiglie composte da soli individui stranieri (28.3%). Ciascuno di questi casi è in aumento rispetto alle rilevazioni precedenti.

Per il Codacons, “i dati sulla povertà umiliano l’Italia e gli italiani e dimostrano il bisogno di effettuare interventi concreti per salvare migliaia di famiglie dal baratro”. L’Unione Nazionale dei Consumatori parla di “vergogna nazionale”, mentre Federconsumatori e Adusbef descrivono quello diffuso dall’Istat come un “bollettino di guerra”.

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