Turchia, fallito tentato golpe dell’esercito: 265 morti. Erdogan rientra

Il tentato golpe dell’esercito turco non è andato a buon fine: le forze schierate con Erdogan hanno sventato il colpo di stato.

Nella tarda serata di ieri in Turchia è scattato il coprifuoco: aeroporti chiusi, televisione di Stato spenta e social network inaccessibili. Erdogan costretto a fuggire con il suo jet in giro per l’Europa e alti piani del governo posti sotto arresto. E per le strade, spari e carri armati. Questo il bilancio del colpo di stato che l’esercito turco ha tentato di mettere a segno a danno di un governo, quello di Erdogan, considerato ormai da molti come sempre meno democratico, islamista e accondiscendente nei confronti del terrorismo.

Ma il tentativo non è andato in porto e la parte dell’esercito e delle forze dell’ordine schierate con Erdogan hanno avuto la meglio: il presidente turco e il primo ministro Binal Yildirim sono potuti rientrare ad Ankara, e non appena messo piede in terra turca hanno promesso che “i golpisti avranno la giustizia che meritano”. Sembra addirittura che l’esecutivo stia valutando il ripristino della pena di morte per coloro che hanno tentato di sovvertire l’ordine democratico della Turchia.

Il bilancio nel frattempo vede aumentare sempre più il numero di vittime: il tentato golpe ha provocato 265 morti e 1.140 morti. A riferirlo sono state le autorità turche, le quali hanno spiegato che tra le vittime risultano esserci 104 golpisti rimasti uccisi dalle forze fedeli a Erdogan.

“La mobilitazione del popolo turco contro il golpe – ha affermato il premier – è un segno di grande democrazia per il nostro paese. E’ stata una vittoria enorme e io ringrazio Dio per questo”. “Il 15 luglio – ha concluso – è una data che rimarrà nella storia della Turchia come simbolo della vittoria della democrazia”.

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