Francia, condannato al carcere per aver visitato siti pro ISIS

In Francia un uomo è stato condannato a 2 anni di prigionia per aver visitato siti pro ISIS. Ma qual è il confine tra prevenzione e libertà di informazione?

In Francia è stata pronunciata una sentenza che ha fatto molto discutere: una Corte del dipartimento di Ardeche ha comminato due anni di reclusione e il pagamento della sanzione pecuniaria di 30.000€ a un uomo. Il reato? Aver visitato ripetutamente dei siti web pro ISIS.

L’identità dell’autore del “reato” non è stata ancora rivelata, ma la ragione per cui il caso è arrivato sulle prime pagine dei giornali riguarda la controversa normativa francese. Una normativa che di fatto ha trascinato in carcere una persona che non è mai stata provata avere dei legami con i terroristi, tanto è vero che lo stesso 32enne condannato si è difeso in giudizio asserendo che la visita a quei siti web era stata fatta solo e soltanto per semplice curiosità: “Volevo raccontare la differenza tra il vero Islam e il falso Islam, e quindi mi documentavo” ha raccontato l’uomo.

I giudici però rimangono fermi sulla loro linea, perché a quanto pare il condannato non avrebbe semplicemente visitato i siti di propaganda dell’ISIS: nella sua chiavetta USB e nel suo smartphone sono stati trovati molti contenuti relativi a esecuzioni mortali fatte dall’ISIS, e una bandiera dello stesso Califatto pare sia stata utilizzata come sfondo del desktop.

Nonostante questo, in molti si chiedono se fosse davvero il caso arrestare un uomo che, nei fatti, non aveva commesso vera attività di terrorismo o di incitamento al terrorismo. Ma questa vicenda porta a galla anche un altro quesito: qual è il confine tra prevenzione del terrorismo e semplice libertà di informazione?

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