Alitalia, 2mila esuberi tra il personale di terra. Il rilancio non decolla

Alitalia procede con i 2mila esuberi. Il piano di rilancio crea tensione, e i sindacati confermano lo sciopero.

Sono 2mila gli esuberi programmati tra il personale di terra Alitalia. Questo è quanto prevede il piano di rilancio della compagnia, che parla anche dell’assunzione nel 2019 di 500 risorse a bordo tra assistenti di volo e piloti. Tra le misure spunta poi il taglio del 30% in busta paga per i comandanti, che a conti fatti dovrebbe tradursi in circa 3mila euro al mese in meno.

Numerose e anche piuttosto serie le misure contenute nel piano di rilancio che dovrebbe portare la compagnia di bandiera ad essere nuovamente attiva sul mercato. A questo proposito l’attestatore del piano, Riccardo Ranalli, ha scritto chiaramente che la compagnia necessiterà di 400 milioni di euro di “contingency equity” qualora non dovesse riuscire a raggiungere gli obiettivi previsti: ciò implicherà l’operazione salvataggio. Anche perché Unicredit non sembra intenzionata a fare altri sforzi, dopo aver perso, da parte sua, la bellezza di 500 milioni di euro.

In tutto ciò la risposta finale sembra sia una sola: l’ennesimo paracadute pubblico. Cassa Depositi e Prestiti ha tuttavia smentito la notizia di un suo intervento per 200 milioni. Poste Italiane, allo stesso modo, ha rigettato al mittente qualsivoglia ipotesi di aumento di capitale. Quindi non c’è neanche nessuno che sia disposto ad assumersi l’onere di un rilancio.

Intanto per lunedì prossimo alcune sigle sindacali dei controllori di volo hanno proclamato uno sciopero. Anche la sigla Cub Trasporti ha confermato uno sciopero generale del comparto aereo. E nel frattempo Alitalia, così come si legge in una nota, si ritrova costretta a cancellare il 40% dei voli programmati proprio per la giornata di lunedì (sul sito ufficiale è presente l’elenco dei voli cancellati).

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