Automazione: toglierà il lavoro? Ne sono convinti 4 italiani su 10

Gli italiani temono l’automazione: 4 su 10 la vedono come una minaccia per i posti di lavoro.

Quattro italiani su 10 ne sono convinti: l’automazione comporterà una perdita di posti di lavoro. Il rapporto Agi-Censis mette a nudo ciò che gli italiani pensano dell’evoluzione tecnologica, e stando ai dati sembra proprio che il nostro non sia un popolo così aperto nei confronti dell’innovazione: il rapporto “Uomini, robot e tasse: il dilemma digitale”, presentato a Roma in occasione dell’Internet Day, ha messo in risalto il rapporto che c’è tra cittadino medio e tecnologia.

Stando all’indagine, gli italiani da una parte denunciano i ritardi del Belpaese sul fronte dell’innovazione, e dall’altro temono (e non poco) l’allargamento dei divari e dei rischi sul fronte occupazionale.

L’innovazione spaventa soprattutto i più deboli: i profili sociali meno forti, cioè quelli che vivono in famiglie di basso livello socio-economico o che sono privi di titoli di studio superiori, sono quelli che temono di più l’innovazione. Un 60% circa di questa fascia di persone è convinta infatti che i processi innovativi si tradurranno inevitabilmente in una maggiore demarcazione tra ceti più agiati e ceti più deboli.

Nel complesso, cioè senza prendere in considerazione il profilo socio-economico dell’intervistato, risulta che dell’automazione abbia paura il 37.8% degli italiani. In pratica, circa 4 italiani su 10 ritengono che processi di automazione sempre più spinti produrranno un saldo negativo di posti di lavoro.

C’è però un 33.5% che si dice convinto del fatto che con l’innovazione le opportunità di lavoro semmai aumenteranno, anche perché la tecnologia ci spingerà ad esplorare ambiti ancora acerbi e dall’enorme potenziale. Il 28.5%, infine, ritiene che i posti di lavoro nel complesso non varieranno né in positivo né in negativo.

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