I pagamenti della Pa alle imprese private migliorano, ma c’è ancora molto da fare…
Diversi governi hanno provato a smaltire l’arretrato di fatture che la Pubblica Amministrazione deve ancora pagare ai privati. Pian piano qualcosa si è cominciato a muovere e anche i tempi di pagamento medio hanno ripreso il passo. Ma c’è ancora molto da fare: nel 2016, tra gli acquisti di beni e servizi e gli investimenti fissi lordi, la Pa italiana ha fatturato 160 miliardi di euro ai propri fornitori e alle imprese appaltatrici.
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“Nella totale assenza di dati ufficiali, le stime ci dicono che una parte di questi soldi non sono mai stati saldati e che questa fetta oscilli tra i 32 e i 46 miliardi di euro” spiega l’Ufficio studi della Cgia di Mestre.
Ciò che stupisce è che ormai da due anni le imprese e i professionisti che lavorano con la Pa si ritrovano a dover emettere la fattura elettronica. Eppure la digitalizzazione delle fatture non è servita affatto a fare chiarezza sull’ammontare dei debiti arretrati “per il semplice motivo che una parte dei committenti pubblici pagano senza passare per la piattaforma e con scadenze che vanno ben oltre i termini fissati dalla legge”.
Inoltre, aggiunge Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, a tutto ciò si aggiunge la “presa in giro” dello split payment che prevede che a versare l’Iva all’Erario sia direttamente l’acquirente del bene o del servizio: un mancato incasso per l’impresa che, pur essendo questo un meccanismo tipico da partita di giro, peggiora comunque la situazione della liquidità.