Centrali a carbone verso l’addio per salvaguardare il clima

Con la crescente pressione sulla questione dell’inquinamento ambientale, più della metà delle 619 centrali al carbone in Europa rischiano il tracollo economico. Entro il 2030 gli impianti rischiano seriamente di perdere molto denaro se l’Unione Europea non varerà regolamentazioni severe per l’inquinamento atmosferico.

Le nuove tecnologie sulle rinnovabili basate sull’energia solare entro il 2020 porteranno le centrali a carbone verso il declino completo. Parliamo in fondo di un settore gestito in perdita e che chiede costantemente dei sussidi in cambio di energia garantita, ma la Commissione Europea è intenzionata a non concederli.

Il Regno Unito ha già annunciato che l’era del carbone finirà entro il 2030 o anche prima. Al vertice dell’ONU sui cambiamenti climatici di novembre, le 19 nazioni impegnate a eliminare gradualmente questa materia è un dato che è stato accolto come uno spartiacque politico importante. “Il tempo del carbone è al capolinea”, ha detto il ministro britannico Claire Perry.

Fino a poco tempo fa le aziende europee erano forti, battendo l’indice europeo Stoxx 600 del 60% tra il 2000 e il 2010. Ma da allora, hanno perso il 20% del valore mentre l’aumento delle energie rinnovabili e le politiche governative hanno radicalmente rimodellato il mercato.

Insomma, il carbone si trova in una “spirale della morte” che lo sta trascinando in un baratro che presto o tardi ne decreterà la fine.

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