Iran, aumenta il bilancio delle vittime causato dalle proteste

Continuano le proteste anti-governative in Iran, con il numero di morti che sale a 21. La TV di Stato dice che sei rivoltosi sono stati uccisi nella città di Qahdarijan, durante un attacco a una stazione di polizia. Gli scontri sono iniziati mentre alcuni manifestanti hanno cercato di rubare pistole.

Due persone, un uomo di 20 anni e un ragazzo di 11 anni, sono morti nella città di Khomeinishahr e un membro delle Guardie rivoluzionarie è stato ucciso nella vicina Kahriz Sang.

Circa 100 persone sono state trattenute durante la notte nella regione in cui si sono verificati la maggior parte dei disordini, vicino alla città centrale di Isfahan; altre 450 sono state trattenute negli ultimi tre giorni nella capitale Teheran.

Il capo della Corte rivoluzionaria di Teheran avrebbe riferito ai manifestanti di rischiare addirittura la pena di morte.

Le manifestazioni, le più grandi dopo le elezioni presidenziali del 2009, sono state scatenate dalla rabbia diffusa per l’economia flagellata del paese e da un balzo dei prezzi dei prodotti alimentari. La disoccupazione e l’inflazione hanno raggiunto picchi elevati e, nonostante la riduzione delle sanzioni avvenute nel gennaio 2016, il boom economico non è avvenuto come molti auspicavano.

Il presidente Hassan Rouhani ha chiesto calma, avvertendo che il governo non tollererà più la violenza.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rilasciato un tweet a sostegno dei manifestanti, scrivendo: “Il grande popolo iraniano è stato represso per molti anni, ha fame di cibo e di libertà e, insieme ai diritti umani, viene saccheggiata la ricchezza dell’Iran”.

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