Polline utilizzato come indicatore che misura le temperature terrestri

Da quando l’uomo ha imparato a “creare”, l’impatto sull’ambiente circostante è aumentato di pari passo con la sua capacità intellettiva. Non solo questo: capire come le temperature della terra siano cambiate rispetto al passato e come il rapido riscaldamento globale possa essere confrontato con in cambiamenti climatici naturali avvenuti nel passato, fa parte di quella branca della scienza chiamata paleoclimatica. Utilizzando misurazioni naturali della temperatura del nostro pianeta, gli scienziati sono in grado di stimare quanto sia stata calda o fredda la terra nel passato e prima dell’avvento dei termometri.

Oltre alle tecniche paleoclimatiche conosciute, le quali utilizzano i nuclei di ghiaccio o gli anelli degli alberi per determinare le variazioni della temperatura, un nuovo metodo utilizza la distribuzione del polline per capire dove le specie vegetali prosperavano in passato, fornendo sostanziali informazioni sulle temperature.

Le piante tropicali, ad esempio, si differenziano in modo sostanziale dalle piante che vivono nella tundra. Gli autori hanno utilizzato il polline di varie piante per determinare dove queste hanno prosperato nel passato più remoto. Il dottor Bryan Shuman, dell’Università del Wyoming e uno degli autori della ricerca, ha dichiarato: “Il polline è un ottimo indicatore della temperatura in quanto le piante hanno intervalli specifici che possono tollerare. Combinando questi requisiti su dozzine di piante diverse che possiamo riconoscere dal loro polline, siamo in grado di restringere il campo delle possibili temperature nel luogo in cui il polline si è raccolto”.

“Usiamo il polline piuttosto che altri fossili vegetali – ha spiegato – perché esso si diffonde ad ogni primavera e si deposita sul fondo dei laghi dove è sorprendentemente resistente al degrado. Laviamo i campioni di fango prelevati con acidi che possono sciogliere i minerali, mantenendo il polline attivo. Esso ha una durata stimata di circa 2 milioni di anni”.

Gli autori hanno scoperto che le temperature recenti sono molto più alte di quelle degli ultimi 11.000 anni. Infatti, secondo i loro calcoli, il 2016 è stato l’anno più caldo di sempre.

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