Polonia e Grecia condannate per aver infranto le leggi Ue sull’ambiente

Nella giornata di ieri, due sentenze distinte della Corte di Giustizia Europea hanno condannato due Stati membri dell’UE per non aver adeguatamente protetto l’ambiente.

Polonia e Grecia, i due paesi chiamati in causa, non hanno rispettato due direttive: la prima non ha fatto nulla per migliorare la qualità dell’aria, la seconda non ha risolto il problema delle acque reflue. Alla Grecia è stato imposto il pagamento di una multa di 5 milioni di euro, che verrà nuovamente elargita due volte l’anno se Atene non provvederà a migliorare o risolvere la situazione.

Queste due sentenze evidenziano come, nonostante le politiche ambientali promosse da Bruxelles, alcuni stati membri continuino ad ignorarle. Entrando nello specifico, la Polonia non è stata in grado di mantenere i livelli di particolato (PM10) entro i limiti imposti dall’UE. Nella sentenza di ieri viene enunciato che “la Corte ha osservato che il fatto di superare i valori limite per le concentrazioni di PM10 nell’aria è di per sé sufficiente a stabilire un inadempimento”.

Per quanto riguarda la Grecia, già nel 24 giugno del 2004 la Corte dichiarò che la stessa non rispettò le norme dell’UE sulla raccolta delle acque reflue urbane nell’area di Thriasio Pedio, ad ovest di Atene. La commissione fissò la nuova scadenza nel 2010, la quale non venne rispettata. A tutt’oggi, secondo la Corte, le acque reflue di quasi metà della popolazione della suddetta zona non sono ancora state elaborate secondo le regole europee.

La Corte ha affermato che il ritardo di quasi due decenni è stato “un fattore aggravante”, sebbene abbia riconosciuto che ci siano stati miglioramenti.

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