Tira aria di governo, l’odore acre e pungente si avverte sempre di più. Sarà stata la paura di veder formato dal Presidente Mattarella l’ennesimo esecutivo tecnico mascherato dal nome “neutrale” a spingere Di Maio, Salvini e Berlusconi ad accelerare le operazioni.
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Soprattutto il Cavaliere ha preso coscienza di cosa poteva accadere, in una sorta di remake degli anni precedenti, portandolo quindi a fare un passo indietro lasciando ai due “ragazzi” il compito di creare finalmente un governo a più di 60 giorni dalle elezioni.
Il centrodestra resterà comunque sempre unito, ma Forza Italia non darà la propria fiducia ai pentastellati.
L’incontro tra Salvini e Di Maio è ancora in corso. I punti chiave su cui discutere sono diversi, primo tra tutti la scelta del Presidente del Consiglio. I nomi attualmente in ballo sono due: quello di Giancarlo Giorgetti e di Enrico Giovannini. Quest’ultimo sembra favorito, ma non è da escludere l’entrata in campo di un terzo nome.
Prima di procedere alla creazione della squadra di governo, ci sono alcuni punti su cui i due devono discutere:
Legge Fornero: se durante la campagna elettorale entrambi i leader parlavano di abolizione, adesso pare che ci saranno solo delle correzioni, con l’intento di preservare i conti INPS;
Reddito di cittadinanza: dovrebbe diventare una misura di sostegno per chi cerca lavoro;
Tasse: sono previste delle sostanziali riduzioni verso le imprese;
No alla riforma delle carceri, giro di vite sul fronte sicurezza e immigrazione.
Nelle prossime ore vedremo cosa accadrà.