I più grandi broker finanziari di criptovalute stanno chiedendo a gran voce una regolamentazione certa per il mercato delle valute virtuali. Onde fermare l’utilizzo delle monete per affari poco leciti o a dir poco criminosi, aziende come eToro Europe Ltd. a Londra e Bitpanda GmbH a Vienna affermano che le regole del “know your customer” permetterebbero alle piattaforme di trading di diventare facilmente mainstream, di acquisire clienti e infine sfruttare il business istituzionale.
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Chiedere trasparenza in un mercato delle monete digitali che ha fin dalla nascita ha agito nell’ombra può apparire ironico. In molti paesi, le persone possono ancora acquistare i Bitcoin da bancomat specializzati senza mostrare alcun documento d’identità e quindi utilizzarle per fare trading o per acquistare beni di lusso e persino beni immobili, lasciando pochissime o per nulla traccie di identità.
Marc Ostwald, stratega globale presso l’ADM Investor Services International, ha affermato: “Questo è il motivo per cui l’onere della prova risiede nell’anti-riciclaggio di denaro, quindi le normative apparirebbero molto sensate”.
Negli Stati Uniti, Coinbase ha circa 20 milioni di utenti la cui identità è rigorosamente documentata. In Asia, le regole stabilite dal Giappone hanno reso la nazione il centro globale per le monete digitali. In Europa, l’attività è relativamente più piccola e per molti broker conquistare un cliente istituzionale è molto difficile. Le regole di conformità interne dei gestori di fondi in genere limitano i rapporti con le imprese non regolamentate.
La Commissione europea e le autorità nazionali di vigilanza stanno attualmente studiando se le attuali norme dell’Unione europea possono essere applicate alle criptovalute.