Uno studio internazionale pubblicato su Environmental Toxicology and Chemistry, e che coinvolge alcuni scienziati dell’Università di York, ha identificato 22 quesiti sui rischi associati alle sostanze chimiche nell’ambiente in Europa.
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L’attività umana che rilascia queste sostanze può provocare perdita di biodiversità, aumento dei rischi naturali, minacce alla sicurezza alimentare, idrica ed energetica, impatti negativi sulla salute umana e degrado della qualità ambientale.
Alcuni di questi quesiti sono rivolti a quali siano i prodotti chimici che rappresentano la minaccia maggiore per le popolazioni degli ecosistemi europei, quali siano i punti caldi dove i contaminanti principali possono creare più danni e su come si potrebbero sviluppare metodi per proteggere l’ambiente.
Questa ricerca si pone come tabella di marcia per i responsabili politici, i regolatori, l’industria e i finanziatori, cercando di condurli ad un approccio più coordinato nello studio e nella regolamentazione delle sostanze chimiche nell’ambiente.
Alistair Boxall, dottore presso il Dipartimento Ambiente dell’Università di York e uno dei principali autori dello studio, ha dichiarato: “La nostra ricerca ha messo in evidenza quale siano le priorità e quali le lacune in termini di conoscenza dei rischi e degli impatti sull’ambiente delle sostanze chimiche. Considerarle un fattore isolato può portare a una valutazione semplicistica che non tiene conto della complessità del mondo reale: ad esempio, un pesce non sarà esposto a una singola sostanza chimica ma a centinaia se non a migliaia di esse. Ci saranno anche altri fattori, come gli sbalzi di temperatura, ed è probabile che questi componenti lavorino insieme per influenzare negativamente la salute dell’ecosistema”.