Assaltatori coi fucili spianati attendono che la polveriera governo esploda

Sono tutti là fuori, chi nascosto e chi meno, ad attendere che si apri la prima crisi di governo. Hanno fucili spianati, pronti a colpire nel momento opportuno. Al grido “noi l’avevamo detto”, andranno all’assalto cercando di passare attraverso le brecce apertesi. Accadrà? Le possibilità ci sono, ma quanto siano consistenti non sia sa.  Certo è che, osservando ciò che è accaduto negli ultimi giorni, il fronte contrapposto e battagliero nutre qualche speranza.

Partiamo dalla Tav. Fin dall’inizio, ossia da quando il governo gialloverde prese forma, tutti sapevamo che il nodo avrebbe potuto creare qualche dissidio interno. Infatti, il ministro delle infrastrutture Toninelli ha confermato la linea politica penta stellata: la Tav “non sa da fare”. Di Maio conferma, mentre Salvini sbotta dicendo che “costerà di più proseguire o chiuderla? Non ho nessuna intenzione di sobbarcare gli italiani di una ulteriore spesa”.

Altro terreno dove lo scontro potrebbe essere imminente è quello che riguarda le coppie omosessuali. Se da un lato il ministro della famiglia Lorenzo Fontana, appartenente alla Lega, ha riaffermato l’ideologia che una famiglia deve essere composta da un padre e una madre, dall’altro c’è la ferma opposizione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il grillino Vincenzo Spadafora, il quale ha detto che “non devono esserci bambini di serie A e di serie B, vanno tutti tutelati”.

Ma è sul decreto dignità che i fucili restano spianati e gli assaltatori in attesa. Da spot utilizzato da Di Maio per recuperare notorietà a provvedimento realmente dannoso. Le parole di Tito Boeri, presidente dell’Inps, sulla probabile perdita di 80.000 posti di lavoro in dieci anni causarono la trasfigurazione dello stesso a “traditore della patria”; ma adesso, fatti alla mano, non sembrano più farneticazioni anti-governative.

Non solo i lavoratori di Poste e Nestlè, ma anche gli industriali veneti hanno alzato la voce della protesta. Salvini, per non perdere consensi nella regione storicamente leghista, ha chiesto a Di Maio la modificazione del testo nelle parti principali. Di Maio ascolterà l’appello? Gli assaltatori dicono di no. Ed i fucili restano spianati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *