La Commissione Europea respinge al mittente la manovra del governo italiano

Se qualcuno è rimasto a bocca aperta alla notizia che la Commissione Europea ha bocciato la manovra economica del Governo italiano vuol dire che il suo ottimismo non era di natura terrena ma andava oltre. D’altronde, erano realmente troppo i segnali che da Bruxelles lasciavano intendere quale sarebbe stato l’epilogo di questo film “contorto”, la cui sceneggiatura era apparsa fin da subito poco credibile. Almeno agli occhi degli esigenti commissari europei.

Sicuramente a questa decisione non sono giunti a malincuore, anzi. Quindi, a nulla è valsa la lettera somigliante ad una preghiera inviata il giorno prima dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, il quale urlava a gran voce i motivi che avevano spinto l’esecutivo ad aumentare notevolmente la soglia del deficit.

Le motivazioni del respingimento sono chiare: secondo la Commissione il Governo non manterrebbe la promessa di ridurre il deficit strutturale dello 0,6% nel 2019; anzi, la manovra ne causerebbe un aumento intorno allo 0,8%. Inoltre, i soldi che il Governo vorrebbe ottenere in prestito per finanziare i provvedimenti non porterebbero a nessun aumento della crescita economica, la quale andrebbe stimolata con forme diverse e continuando sulla stessa strada intrapresa dal paese negli anni precedenti.

Adesso il Governo ha solo tre settimane per modificare il Documento Programmatico di Bilancio in modo che sia coerente con le richieste poste dalla Commissione Europea. Se ciò non verrà ottemperato, l’Italia rischia una procedura d’infrazione, però senza eventuali sanzioni così come paventate da alcuni politici dell’opposizione.

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