All’alba dell’euro come moneta unica, in molti vedevano l’Europa unita come futuro caposaldo dell’economia mondiale. A distanza di 17 anni, tante cose sono accadute. Dalla crisi finanziaria del 2007, partita dagli Stati Uniti e diffusasi a macchia d’olio quasi ovunque, Vecchio Continente compreso, a quella greca fino all’attuale situazione italiana, dove la Legge di Bilancio approvata dal governo Lega-Cinque Stelle rischia di trascinare il paese nella recessione.
Se negli ultimi cinque anni la ripresa economica è stata notevole, la tendenza positiva si sta invertendo. Il rallentamento è più veloce di quanto previsto e sta colpendo anche i due paesi di riferimento dell’Unione Europea: Germania e Francia.
La prima sta patendo più di tutti la guerra commerciale innescata dal presidente statunitense Trump e colmata con l’applicazione di dazi sul mercato automobilistico; la seconda deve far fronte ad una protesta civile rappresentata dai “gilet gialli”, i quali si sono opposti fortemente ed in modo violento a quanto il governo del presidente Macron intendeva fare: aumentare il prezzo del diesel. Probabilmente, la suddetta protesta non è alimentata solo da questo ingiustificato aumento: ha radici più profonde, motivate da un disagio economico e sociale ormai diffusosi non solo in Francia ma un po’ in tutta Europa.
Tra la leadership di Macron in bilico e la Merkel in procinto di lasciare la sua carica di Cancelliera, si inseriscono una Brexit “No Deal”, ossia senza accordo con l’Unione Europea, e le prossime elezioni europee, le quali dovrebbero portare ad un autentico ribaltone politico, con la Destra ad occupare più posti nella stanza dei bottoni. Quali futuro attendersi? Nessuno può saperlo.