Il fallimento della flat tax è anche quello di Salvini?

Pretendere è una cosa, ottenerla un’altra. Matteo Salvini, che della flat tax ha fatto il suo cavallo di battaglia durante la campagna elettorale e oltre, è costretto a fare i conti con la realtà.

Durante il vertice che precede il Consiglio dei Ministri chiamato ad approvare il Def, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha mostrato un testo in cui i numeri non mentono: la crescita è quasi a zero, i soldi mancano e quindi la flat tax resta un’utopia, a meno che non si aumenti l’IVA. Il governo è costretto a prendere atto che le promesse elettorali non hanno la sostenibilità in termini di costi.

Mentre Salvini insisteva che la flat tax “si deve fare”, Tria lo bollava dicendo “solo con l’aumento dell’IVA” e Di Maio protestava dicendo “non possiamo finanziarla aumentando l’imposta”, lo stesso ministro dell’Economia tira fuori dal cilindro una possibile soluzione: derubricarla o metterla sotto chiave nella dimensione, senza nessun riferimento alle aliquote, ma solo una labile traccia politica che si riferisce al ceto medio.

Nessun vincitore dal Consiglio dei Ministri, solo la sconfitta dell’intero governo gialloverde. I giornalisti, assiepati nelle sala stampa di palazzo Chigi, hanno atteso invano che si presentasse qualcuno a presentare il Documento di economia e finanza. Una fuga alla chetichella, a quanto si dice voluta da Salvini, in chiara difficoltà nel giustificare il fallimento della flat tax. Anche Di Maio, ospite a La7 alle 20.30, ha disdetto l’invito. Insomma, si respira in seno al governo un clima veramente pesante. Dove porterà?

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