Dopo l’acceso Consiglio dei ministri, il Governo è ancora più in bilico

Il Governo Lega-Cinque Stelle mostra, come non mai fino ad oggi, segni di forte cedimento. Il Consiglio dei ministri che si è consumato nella serata di ieri è stato il più turbolento e controverso. Quattro ore di scontri, polemiche, dichiarazioni velenosissime ed urla davanti ai cronisti. Il decreto Crescita, alla fine, ha ottenuto l’approvazione che tutti aspettavano, mentre la norma “Salva Roma”, osteggiata fortemente da Salvini, è stata stralciata.

Molti ritengono il caso Siri, a cui il Movimento Cinque Stelle chiede a gran voce le dimissioni, il motivo principale dell’opposizione del leader leghista alla norma. Nonostante la parziale vittoria da parte di Salvini, Luigi Di Maio non si smuove dalla sua posizione, considerando il caso Siri “non un tema qualunque e che sta creando forte discussione nel governo”.

Per i pentastellati lo stralcio della norma è solo parziale (anche se sono spariti 5 commi su 7), rimandando la decisione finale al Parlamento, dove il decreto Crescita verrà convertito in legge e quindi si potrà nuovamente discutere del Salva Roma. Di diversa idea è Salvini, il quale considera la decisione ormai definitiva e senza possibilità di ulteriori discussioni.

Lo scontro tra il segretario leghista e il premier Giuseppe Conte si è acceso proprio su questo argomento. “Non siamo tuoi passacarte”, pare abbia detto il capo del governo a Salvini. “Non devi più permetterti di comunicare alcune cose prima che questo organo collegiale le abbia discusse”. Salvini, dal canto suo, ritiene il ruolo di Conte fondamentale, e se non lo esercita pienamente, il governo potrebbe cadere dopo le elezioni europee del 26 maggio.

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