Crisi di governo? Non adesso

Un buon cacciatore sa dove posizionare le trappole, un buon pescatore sa dove il mare offre più possibilità, un grande giocatore di scacchi anticipa sempre le mosse dell’avversario. E Salvini e Di Maio? Il primo vorrebbe essere cacciatore, ma se non impari ad evitare le trappole altrui sei lontano dall’esserlo, mentre il secondo vorrebbe essere un grande giocatore di scacchi, ma spesso anticipa la mossa altrui con una sbagliata.

In questo gioco messo in atto per dimostrare l’uno all’altro di essere il migliore e di avercelo “più duro” (in stile Bossi), il sentore è che la deriva è iniziata e difficilmente potrà essere scongiurata. Crisi di governo allora? Non adesso, e per alcuni motivi validi. Il voto allo stato attuale non sarebbe contemplabile; dopo l’estate, andrà in scena la nuova manovra finanziaria, che vedrà l’Italia confrontarsi nuovamente con la Commissione europea sui conti in ordine.

Quindi, di fronte ad una crisi, il Presidente Mattarella si vedrebbe costretto a l’ennesimo governo tecnico dell’ultimo decennio.

Chi lo comporrà? A quali condizioni? E’ veramente plausibile aspettarsi un’alleanza “alla buona” tra Cinque Stelle e PD, alla stregua di quanto accaduto nel neo Parlamento europeo? Oppure Salvini salirà al Colle per chiedere lo scettro del potere grazie all’appoggio della Meloni e di Berlusconi? La risposta è nascosta tra le righe dei continui attacchi che l’uno lancia all’altro, all’ombra di un Russiagate che tutto sembra tranne ciò che dovrebbe essere, ossia fumo negli occhi.

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