La Commissione europea ammonisce l’Italia su fogne e depuratori

La Commissione europea, come parte della seconda fase della procedura di infrazione, ha inviato all’Italia le motivazioni su 237 centri urbani o parti di essi e che contano più di 2.000 abitanti. La procedura riguarda i sistemi di raccolta e trattamento delle acque di scarico, che risultano non essere a norme. Tredici in totale le regioni coinvolte: Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana.

Questa seconda procedura è il passaggio definitivo prima che il deferimento raggiunga la Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Un anno fa partì formalmente la procedura d’infrazione. Per quanto concerne le acque reflue, il nostro Paese ha in corso altre tre procedure, tra cui una è stata già sentenziata con la condanna per l’Italia al pagamento di una multa di 25 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 30 milioni di euro per ogni semestre di ritardo della normalizzazione di più di settanta centri urbani sprovvisti di reti fognarie e sistemi di depurazione delle acque.

Le altre due procedure da parte della Commissione europea, aperte due giorni fa, riguardano la mancata notifica delle sanzioni adottate sul tutto il territorio nel caso di violazione delle norme UE su gas fluorurati a effetto serra e sui biocarburanti sostenibili.

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