Lotta all’inquinamento atmosferico in Europa: progressi ancora scarsi

Secondo una nuova ricerca, i progressi verso la lotta alla qualità dell’aria in Europa sono ancora scarsi. I livelli del PM2.5, pericoloso particolato, sono rimasti invariati negli ultimi anni. Questo agente atmosferico si deposita nei polmoni in profondità per poi passare nel flusso sanguigno. A dirlo è l’Agenzia Europea dell’Ambiente, la quale ha raccolto di dati nel 2017 risultanti dalle varie stazioni di monitoraggio.

Il PM2.5 proviene dal riscaldamento domestico, come le stufe a legna, dall’industria e dai trasporti. Soltanto nel 2016, i decessi prematuri in Europa causati da questo inquinante sono stati circa 412.000.

In diminuzione anche i livelli di biossido di azoto (NO2), anche se il problema rimane. In fondo stiamo parlando di un gas irritante, emesso in particolare dai veicoli diesel. Infatti, il 10% delle stazioni di monitoraggio europee hanno rilevato nel 2017 livelli superiori ai limiti di sicurezza.

Contrariamente, sono in costante aumento i livelli di ammoniaca, trainati dall’agricoltura intensiva. Il problema, da singolo, diventa più complesso quando l’ammoniaca si combina con gli altri agenti atmosferici inquinanti, nuocendo gravemente alla salute umana, oltre ad essere dannosa anche per le piante e la fauna selvatica. Dimezzando l’utilizzo dell’ammoniaca da parte delle aziende agricole, le morti causate dal prodotto chimico sarebbero inferiori di un terzo.

Gli attivisti stanno continuando a sollecitare le autorità affinché includano obiettivi giuridicamente vincolanti basati sugli standard stabiliti dall’OMS, con il dovere da parte degli enti pubblici di agire per perseguirli e garantire alla popolazione europea il diritto all’aria pulita sancito dalla legge.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *