Banche cresciute nei primi nove mesi del 2019, ma il settore auto soffre

Conti alla mano, i primi nove mesi del 2019 dell’economia italiana si sono chiusi in chiaro-scuro. Il settore bancario è solido, nonostante l’ulteriore taglio dei tassi di interesse da parte della BCE. A frenare è l’industria automobilistica, penalizzata dai dazi e dalle incertezze del ciclo economico.

Da Piazza Affari, emerge Intesa Sanpaolo, in cui dati al 30 settembre parlano di un risultato netto salito a 3,31 miliardi, con un +9,9% rispetto allo stesso periodo del 2018. Anche Unicredit mostra dati interessanti: 3,3 miliardi di utile, in attesa che il tanto atteso nuovo piano strategico venga svelato il 3 dicembre.

Complessivamente, le principali banche italiane mostrano un +38,5% degli utili aggregati, a fronte dei ricavi stagnanti a causa della politica monetaria. Ciò è stato possibile grazie ai miglioramenti della qualità del credito, la quale ha fatto calare rettifiche e incidenza dei crediti deteriorati.

Come anticipato sopra, difficoltà contingenti sta vivendo il settore auto. Utili e ricavi sono entrambi in calo ma, nelle ultime settimane, il paventato matrimonio con Peugeot ha fatto salire il titolo. A pagare dazio è stata invece Pirelli, con un pericoloso scivolone in doppia cifra a Piazza Affari. Ciò perché il mercato non ha gradito il rinvio della presentazione del nuovo piano industriale da parte dell’azienda. Inoltre, a fronte della crescita degli utili, la marginalità è in contrazione.

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