“Tassa Paypal” da 10 euro: ecco tutta la verità

Il settore dei pagamenti elettronici non conosce crisi, fondamentalmente perchè sempre più aspetti del settore commerciale fa uso di tecnologie avanzate: Paypal, una delle società di maggior crescita e diffusione degli ultimi decenni, opera nel campo del pagamento digitale e offre servizi da “intermediario”, garantendo grande affidabilità sia per i professionisti che per i privati.

Storia del servizio

Nata inizialmente da un società che si occupava di sviluppare software, a fine anni novanta, fu soggetto di fusione con X.com, una delle prime banche online, ma dai primi anni 2000 iniziò a diffondersi come strumento per i pagamenti digitali. Nel 2002 è stata acquisita da Ebay,  fino alla scorporazione e alla quotazione in borsa avvenuta nel 2015, anche se le due aziende sono state “collegate” fino al 2020.

Paypal è garanzia di sicurezza e di “anonimato”, visto che il sistema non trasmette i dati sensibili delle carte collegate al conto, e non presenta nessun costo di attivazione dell’account.

“Tassa Paypal” da 10 euro: ecco tutta la verità

Da qualche giorno ha iniziato a diffondersi un “rumor” relativo ad una sorta di “tassa” che PayPal ha deciso di sviluppare per i propri utenti, da 10 euro. Non si tratta di fake news, ma di una comunicazione inviata a tutta l’utenza Paypal. Questa forma di tariffa inizierà a essere addebitata sui conti dei venditori da ottobre 2022 e sui conti personali da ottobre 2023 esclusivamente sui conti che risulteranno inattivi per almeno 12 mesi. Con questa “mossa” l’azienda intende porre rimedio ad un numero sempre molto alto di account non utilizzati ma comunque esistenti, esortandone l’utilizzo oppure la chiusura del conto.

In buona sostanza per non “pagare” i 10 euro sarà sufficiente a partire dal prossimo ottobre 2022 effettuare almeno un pagamento o ricevere qualsiasi importo di denaro in 12 mesi, come specificato dalla comunicazione ufficiale dell’azienda:

“Se il conto PayPal dell’utente resta inattivo per almeno dodici mesi consecutivi, potremmo addebitare all’utente una tariffa annuale di servizio per inattività. Inattivo significa che l’utente non ha effettuato l’accesso al proprio conto PayPal o che non ha altrimenti usato il proprio conto per inviare, ricevere o trasferire denaro”.

Se sul conto non sono presenti effettivamente 10 euro, PayPay “scalerà” il denaro dalle eventuali carte collegate.

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