Anche quest’anno è stata un’occasione per fare il punto della situazione e per programmare i prossimi obiettivi la Giornata mondiale dell’ambiente, un appuntamento voluto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel lontano 1972.
Il 5 giugno, dunque, è ormai una data importantissima per tutte le nazioni del globo chiamate a fare sforzi sempre maggiori per preservare il nostro prezioso pianeta. Il tema del 2016 era “Liberate il vostro istinto selvaggio per proteggere la vita”, mentre la nazione ospitante l’Angola. Argomento su cui sono stati incentrati gran parte degli interventi e dei progetti è stato, dunque, il bracconaggio ed in particolare il commercio di specie protette che sta facendo scomparire una buona parte della fauna selvatica. E non è un caso che sia stata scelta l’Angola, paese in cui i bracconieri stanno compiendo vere e proprie stragi.
Nell’analisi delle nazioni, incoraggianti i dati rilevati in Italia soprattutto per quanto riguarda i rifiuti: rispetto agli anni 80, 90 – spiega Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente – ci siamo lasciati alle spalle situazioni disastrose. Certo ci sono ancora amministrazioni che non sanno come gestire le proprie discariche. Ma ci sono anche Comuni che arrivano al 65% di differenziata, e non stiamo parlando di piccole amministrazioni.
Legambiente ha censito 1500 Comuni ricicloni, cioè che riciclano al massimo i loro rifiuti e tra questi anche città grandi come Parma e Milano. Tra questi ci sono città come Treviso che sono capofila dell’innovazione nel riciclo con aziende che riescono a ricavare materia prima dalla trasformazione dei pannolini usa e getta, per esempio. Per l’inquinamento è vero che esistono situazioni come l’Ilva di Taranto, Marghera e Priolo ma è anche vero che da un anno c’è la legge sugli eco-reati che aspettavamo da vent’anni e finalmente chi inquina non verrà solo multato ma rischia il carcere. Italiani promossi anche in biodiversità e in lotta alla cementificazione delle coste (incredibili i passi in avanti fatti per contrastare questo fenomeno), bocciatura invece per quanto riguarda le energie rinnovabili.
Fino al 2014 – è stato il commento di Andrea Poggio, di Legambiente – qualcosa è stato fatto per le rinnovabili e l’incentivo ad usarle, da un anno a questa parte tutto è finito: nessuna politica di sviluppo e nessun interesse a trovare fonti alternative al petrolio.
Negativo il voto anche per quanto riguarda il rispetto del suolo; estremamente positivo, invece, la tutela della natura in senso ampio ovvero Parchi e aree protette come ribadito in occasione della giornata dell’ambiente dal direttore scientifico di Wwf Gianfranco Bologna.