Con 354 sì, la Camera ha approvato quasi all’unanimità la riforma del Sistema nazionale per la protezione dell’Ambiente e la disciplina dell’Ispra. L’obiettivo che ha mosso i promotori a proporre la riforma all’attenzione delle Camere è semplice: fornire all’Italia nuovi strumenti per la salvaguardia del suo territorio e per la tutela dell’ambiente, riorganizzando l’attuale sistema delle agenzie ambientali che d’ora in avanti sarà più efficiente e omogeneo.
Punto cardine della riforma, infatti, è quello di creare una rete tra le strutture che operano in Italia. Come? Assicurando per esempio che tutte le agenzie ambientali rispondano alle stesse regole e si attengano agli stessi iter procedurali: non è quindi un caso se dentro questo Sistema Nazionale siano state fatte confluire l’Ispra – a cui rimarrà un compito di indirizzo, coordinamento e intervento nelle vicende di maggior peso – e le agenzie regionali ARPA.
Questo intervento giunge a un anno di distanza da quando il Parlamento approvò una legge sugli ecoreati, legge che di fatto introdusse una fattispecie di “reato ambientale” come reato punibile anche con il carcere. Sempre in questa legislatura sono poi state approvate misure sugli ecobonus, l’implementazione del piano per la mobilità sostenibile, i cosiddetti “acquisti verdi” nella Pubblica Amministrazione, un nuovo codice degli appalti, la legge sul consumo di suolo e, a margine di tutto ciò, è anche stata posta la firma dell’Accordo di Parigi sul contenimento della CO2.
Soddisfazione per tutte queste norme è stata espressa da Chiara Braga, deputata e responsabile Ambiente del Partito Democratico: “Finalmente trattiamo la questione ambientale con strumenti normativi, risorse e tecnologie adeguate”. Soddisfazione anche dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che parla di un governo “che sta lavorando per un ambiente più sicuro, più tutelato e in grado di essere elemento decisivo nella crescita di questo Paese”.