Siamo forti sulle energie rinnovabili (primi in Europa), ma sotto il profilo dell’inquinamento luminoso l’Italia è maglia nera. Siamo il Paese del G20 con il più alto livello di inquinamento luminoso, tanto che per capire le dimensioni del fenomeno ci basti sapere che un quarto della nostra gente vive sotto cieli “abbaglianti”, ossia talmente illuminati da luce artificiale da non permettere di poter guardare neanche le stelle.
La ricerca, condotta a livello internazionale seppur prevalentemente in Italia, è giunta proprio in un momento cruciale: quello in cui l’evoluzione tecnologica sta investendo anche i sistemi di illuminazione con la transizione verso il led. Usata finora come la cura ad ogni male, in realtà anche la tecnologia led pare venga utilizzata indiscriminatamente dai Comuni tanto da innalzare sempre più il livello di inquinamento luminoso.
I dati dimostrano che, a livello di superficie, Italia e Corea del Sud siano i paesi più “luminosi” del G20; mentre Canada e Australia sono quelli più “al buio”. In Europa i cieli meno inquinati sono quelli di Svezia, Norvegia, Scozia e seppur in misura minore, anche quelli di Austria e Spagna.
Lo smog luminoso nasconde la Via Lattea a un terzo della popolazione mondiale, per cui governi e associazioni sensibili alla materia si stanno già mobilitando per sanare il sanabile. Troppe luci, troppi lampioni, troppa luminosità inutile: sono sempre più gli italiani che non riescono a vedere le stelle. Ma non è forse meglio una stella in più e un lampione in meno?