Gli investimenti esteri in Italia rimangono al palo: solo lo 0.7% del Pil. Ma con l’ultima Legge di Stabilità…
L’Italia rimane sempre poco attraente per gli investimenti diretti esteri, che nel 2015 erano pari allo 0.7% del Prodotto Interno Lordo, contro una media europea del 2%. E’ quanto viene fuori da una ricerca condotta da UHY, newtork internazionale di società di revisione, consulenza fiscale e sul lavoro che ha preso in esame l’incidenza degli investimenti diretti esteri sul Pil delle 44 più grandi economie del mondo.
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In cima alla percentuale di Pil rappresentata dagli investimenti stranieri spicca Malta, con il 26% del Pil prodotto proprio dai capitali esteri; segue Singapore al secondo posto (22%) e Olanda al terzo (14%). L’Italia si classifica invece 36esima.
Restringendo l’analisi all’Unione Europea, buone performance per Spagna (2.1%), Gran Bretagna (1.8%) e Francia e Germania (entrambe a 1.4%). Gli investimenti esteri in Italia hanno raggiunto quota 13 miliardi di dollari contro gli oltre 50 della Gran Bretagna, i 46 della Germania, i 35 della Francia e i 25 della Spagna.
Tuttavia questi dati si riferiscono all’anno 2015, e da quel periodo di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. E’ la stessa UHY infatti a far notare che il calo delle imposte introdotto dalla Legge di Stabilità, ha fatto diminuire anche la pressione fiscale sul reddito delle imprese, rendendo l’Italia un Paese più competitivo e quindi più attraente agli occhi di potenziali investitori stranieri. Appuntamento ai prossimi dati, dunque.