Governo spaccato sulla TAV: si andrà al Referendum popolare?

La questione TAV continua a far discutere. Qualche giorno fa il vicepremier Salvini aveva dichiarato che “se non c’è accordo nell’esecutivo, la decisione spetterà al popolo italiano”. Tradotto in parole povere, Referendum in cui gli aventi diritto al voto decideranno se la TAV dovrà andare avanti o meno.

Ad innescare ulteriori polemiche ha provveduto il Governatore della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che ha accusato apertamente il ministro della Giustizia Bonafede: “Le cifre che ha messo sul piatto sono chiaramente una menzogna. Terminare la TAV non costa 20 miliardi ma bensì 9,6, di cui 4,7 per l’Italia. Altra bugia è affermare che la tratta farà risparmiare solo 20 minuti a chi da Torino va a Lione e viceversa. Il tempo risparmiato è di gran lunga superiore”.

Chiamparino ha anche accusato il ministro delle Infrastrutture, definendo le sue dichiarazioni “false”. “Essere contrari alla TAV è legittimo”, ha affermato il Governatore, “ma mentire pubblicamente su un dossier, dopo aver prestato giuramento alla Repubblica Italiana, è vergognoso. Spero che il Parlamento tenga conto di questo”.

Anche il PD si è mosso. Due giorni fa, è stata presentata una mozione in Senato per chiedere che gli appalti sui lavori pubblici vengano sbloccati. Insomma, il Movimento Cinque Stelle sembra essere circondato a 360 gradi. Non solo il suo alleato nel governo: tutta l’opposizione preme affinché la questione venga risolta ed i lavori per la TAV proseguano.

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