Aumentano le piste ciclabili, il traffico è sempre più intenso, le grandi abbuffate ci costringono a fare un po’ di attività fisica: insomma, la bicicletta sembra proprio la soluzione ad ogni male ma che rabbia quando il ladruncolo di turno ce la ruba da sotto il naso. Che siano costose o meno, che abbiano una catena spessa o sottile, non sembra fare differenza perché tutti, ormai, sembrano avere almeno un caso di furto in famiglia. Se è un modello vecchio, poco male, ma quando ci è costata migliaia di euro il danno subito sarà duro da digerire.
La soluzione a tutti i mali sembra arrivare dalla tecnologia grazie agli antifurti satellitari di ultima generazione. Piccoli, invisibili, precisi, il ladro difficilmente si accorgerà della sua esistenza e nel giro di pochi minuti il padrone sarà in grado di individuare e recuperare la sua due ruote. Ce ne sono ormai di tutte le tipologie, di tutti i prezzi e di tutte le marche.
Uno dei più gettonati sembra essere bike identificator, ordinabile online e facile da istallare. Il costo però, se non si dispone di una bicicletta di valore, è considerato eccessivo. Si parla di 150 euro ma, in caso di furto, ti invia in tempo reale un messaggio sul cellulare con le coordinate esatte della posizione in cui si trova.
C’è poi Kissmybike, l’ultracompatto che necessita di una ricarica all’anno. Come spiega il sito ufficiale del marchio, “l’innovativa combinazione di tecnologie mobili e satellitari d’avanguardia ti permette di risalire in modo preciso ed affidabile alla posizione del mezzo in caso di furto. Il sistema ti avvisa immediatamente in caso di rimozione e traccia con precisione l’intero percorso di spostamento. Kissmybike ti permette quindi di ritrovare velocemente la tua amata due ruote.
Un’altra singolare opzione è Yerka, la bici che diventa antifurto. Per rubarla bisogna tagliare e, nel tentativo di furto, ci si ritroverebbe con inutili pezzi di ferro in mano, distruggendola del tutto. Il telaio permette al mezzo di abbracciare un albero, un palo, un braccio di ringhiera. L’idea, nata in Cile, ha già fatto il giro del mondo.
Ultimo in ordine ma non per praticità e funzionalità è Sherlock, un dispositivo compatto che può essere semplicemente installato e nascosto nel manubrio della bici senza alterarne il design, rimanendo invisibile dall’esterno e quindi difficile da individuare per il ladro. Come nei precedenti modelli, in caso di furto il ciclista riceve una notifica sul telefono, può seguire lo spostamento del mezzo e ottenere un codice da comunicare alle forze dell’ordine per condurle al recupero della due ruote.