Barroso nominato presidente di Goldman Sachs: è polemica

La nomina a presidente non esecutivo della Goldman Sachs da parte dell’ex presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, scatena un mare di polemiche.

La nomina dell’ex presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, alla presidenza non esecutiva della Goldman Sachs continua a scatenare un mare di polemiche.

A scendere in campo contro questa sorta di promozione è il sindacato dei lavoratori pubblici europei che ha chiesto l’intervento di “decisioni adeguate” in merito al nuovo lavoro di Barroso. Più in particolare, i rappresentanti dei lavoratori della Union For Unity (U4U) hanno espresso le loro “perplessità etiche” in merito al fatto che un politico che presiedeva la Commissione all’epoca dello scandalo subprime – di cui Goldman è stato tra i principali attori protagonisti – venga ora nominato guarda caso tra i vertici di questa stessa banca.

I sindacati si chiedono altresì se Barroso si sia quanto meno sentito in dovere di consultare il Collegio dei Commissari, così come prevede il codice di comportamento interno a Bruxelles, e se i comitati etici dell’Unione abbiano rilasciato una loro opinione su questa sua scelta professionale.

Insomma, sono molti i dubbi che tanto da un punto di vista etico quanto da un punto di vista “del merito” stanno investendo la nomina di Barroso a presidente non esecutivo della Goldman Sachs. Ed è per questo che U4U punta allo stipendio garantito (e alla buonuscita) che il presidente uscente riceverà dalla Ue: togliendogli la pensione europea come atto di risposta a questa nomina poco consona, l’Europa risparmierebbe intorno ai 15mila euro mensili, darebbe un segnale forte e ripristinerebbe la legalità.

Ma non è tutto oro quel che luccica, dato che Goldman Sachs pare aver fatto le cose per bene, e anche il discorso relativo al fatto che prima di procedere a tale nomina avrebbero dovuto essere consultati i comitati Ue, di fatto, non regge: l’obbligo di non prendere posizioni in odore di conflitto di interesse vale infatti nei 18 mesi successivi all’addio alla carica, e Barroso non è più presidente della Commissione europea ormai da 20 mesi.

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