La nave Diciotti continua a navigare nella confusione governativa giallo-verde

Un personaggio che non voglio menzionare una volta disse che quando ci sono troppe teste a comandare e la mano destra non sa quello che fa quella sinistra, la stato di confusione e, in una certa misura, di anarchia politica comincia a mostrarsi senza dubbio alcuno.

In questo governo, in cui viene difficile capire se esiste o meno un premier, c’è una regola non scritta la quale sta generando un spirale vorticosa che rischia di trascinare l’intero paese verso il caos: propaganda senza apparire tale. C’è una nave, la Diciotti, in balia del mare e intrappolata nella totale confusione politica. “Attraccare o non attraccare, questo è il problema!”.

Da un lato abbiamo un Toninelli che ha apertamente annunciato che l’imbarcazione attraccherà a Catania, con tanto di ringraziamenti alla Guardia Costiera e ai suoi valorosi uomini per il compimento dell’opera di salvataggio di vite umane; dall’altro c’è un Salvini che smentisce tutto, twittando che nessuno dei 177 profughi metterà piede sul suolo italiano finché gli altri paesi non si accolleranno una parte dell’accoglienza. E Palazzo Chigi? Muto, mentre dal Quirinale non mancano le preoccupazioni, auspicando che tutto si risolva rapidamente.

In tutto questo poteva non farsi sentire la voce di Saviano? Certamente no. Dopo un periodo di silenzio, lo scrittore ha apertamente accusato il governo di “sequestro di Stato”.

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