Il governo del cambiamento inizia a dare segni di cedimento?

Un governo che sia totalmente dedito alla causa civile-economica del cittadino è solo slogan da campagna elettorale, concettualmente utopistico e politicamente irrealizzabile. Chi, qualche mese fa, sperava di vedere le proprie speranze diventare reali, sta iniziando a capire quanto sia difficile per chiunque uscire fuori da radicate schematizzazioni. Tutto resta impigliato nell’ingarbugliata matassa creata dalle regole economiche-finanziarie che determinano il destino delle “umane genti”.

All’alba del governo del cambiamento, molte cose vennero dette e promesse. Ma, col passare dei mesi, tante di quelle cose difficilmente soddisferanno le aspettative di molti italiani. Non è solo il ridimensionamento della Legge di Bilancio a destare perplessità sull’effettivo valore che lo stesso possa infondere all’economia italiana. Il problema è la convivenza di due correnti politiche diverse e, in alcuni punti, completamente agli antipodi.

Ad alimentare questa palese discrepanza di vedute, è l’attuale questione delle navi Sea Watch e Sea Eye, finalmente attraccate a Malta. Salvini si è sempre opposto ad accogliere una parte dei migranti che le due navi trasportavano, mentre il premier Conte e il vice Di Maio hanno fin dall’inizio manifestato l’intenzione di prendersi carico di una parte dei bambini e delle donne.

Dopo l’accordo raggiunto a Bruxelles, il quale ha stabilito la redistribuzione equa dei migranti in vari paesi dell’Unione Europea, il leader leghista ha dovuto arrendersi ed accettare che l’Italia ne accolga una decina, i quali verranno affidati per conto dello Stato alla Chiesa Valdese.

Cosa accadrà dalla primavera in poi, quando il flusso migratorio riprenderà con molta più intensità? Questo governo continuerà a reggere di fronte alla questione immigrazione, che lo stesso Salvini vorrebbe totalmente fermare? Vincerà la logica politica o quella umana?

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