Sia gli Stati Uniti che una dozzina di nazioni europee hanno provveduto a cacciare nella giornata di lunedì i diplomatici russi; inoltre Trump ha ordinato la chiusura del consolato russo a Seattle. Sono circa 60 i diplomatici espulsi, considerati dall’amministrazione del governo come spie.
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In questo gruppo sono compresi una dozzina di inviati dalla Russia presso le Nazioni Unite, che secondo i funzionari erano impegnati nella “raccolta aggressiva” di intelligence sul suolo americano.
Nonostante le congratulazioni sulla rielezione di Putin, il presidente statunitense continua ad accusarlo di attività di intelligence, di essere responsabile dell’avvelenamento della spia e sulle presunte ingerenze da parte della Russia durante la campagna elettorale che portò alla sua elezione.
Intanto, 18 paesi avevano già provveduto a cacciare più di 100 spie russe; tra di essi, sono 16 le nazioni dell’UE: Germania, Polonia e Francia quattro ciascuno, la Repubblica Ceca tre e l’Italia due. L’Ucraina, un paese non UE ma in conflitto con Mosca, ne ha espulso 13. Sono stati espulsi i diplomatici presenti su tutti e tre i paesi baltici.
Anche il Canada ha detto che prenderà provvedimenti, espellendone quattro, e negando inoltre tre nuovi visti. In pratica, quasi tutti i paesi hanno dichiarato pubblicamente che i diplomatici russi che stavano espellendo erano in realtà spie.