Il ministro Tria avverte il governo: “Niente spese folli se la crescita rallenterà”

Si sta erigendo un muro tra il ministro Tria e la maggioranza giallo verde. Da Buenos Aires, dove è in corso il G20 tra i leader delle finanze europee, trapelano dichiarazioni che non faranno felice l’esecutivo.

In vista dell’approvazione della legge di Bilancio, il ministro ha rilasciato questa dichiarazione: “Se la crescita rallenterà, e sarà certamente così, la manovra di bilancio dovrà necessariamente tenere conto della necessità di implementare il programma di governo, evitando manovre pro-cicliche”. Cosa significa? Niente peggioramento dei conti pubblici e spese diluite nel tempo.

Una posizione che cozza con il volere dei vicepremier Salvini, il quale ha continuato a ribadire che “il voto degli italiani ha ineluttabilmente espresso delle precise direttive, ossia quelle di un’età di pensionamento giusta e di pagare meno tasse. Noi rispetteremo quanto stabilito dall’Europa, ossia quella soglia del 3%. Ma se dovessimo superare tali limiti, lo faremo esclusivamente per il bene degli italiani. In autunno, la manovra dovrà essere incentrata sulla crescita e sullo sviluppo, in modo diverso di quanto fatto negli ultimi anni”.

Secondo alcuni indiscrezioni, il governo vorrebbe alzare il target del deficit dallo 0,8%, previsto dal Def, all’1,4%. Se da un lato questa notizia ha creato preoccupazioni nei mercati e nelle istituzioni europee, dall’altro la Commissione europea non si è espressa, in attesa di giudicare quanto verrà siglato dal ministro Tria sui documenti ufficiali.

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