C’è sempre tempo per uscire dalla foresta impervia e oscura prima di addentrarsi troppo dentro e perdere così l’orientamento. Come? Ritornando sui propri passi. Ma basterà? Difficile dirlo. Il Governo italiano manifesta l’intenzione di farlo, ma in che modo e a quali condizioni? L’UE ha teso la mano, sta a coloro che governano il paese afferrarla e farsi guidare fuori dalla foresta.
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Nel frattempo, si è consumato il vertice tra il premier Conte, i ministri Tria, Salvini e Di Maio a Palazzo Chigi. Di cosa si è parlato? Non di decimali, ma della riunione avvenuta sabato tra il Presidente del Consiglio e i vertici della Commissione europea. Voci di corridoio parlano di emendamenti visti nell’ottica di arrivare ad un accordo con Bruxelles.
In una nota rilasciata dal Governo, viene enunciato quanto segue: “In merito al dialogo intercorso con le istituzioni europee, è stato concordato di attendere le relazioni tecniche sulle riforme di rilevante impatto sociale, con lo scopo di quantificare le spese effettive. Verranno ricollocate le somme recuperate, con l’intento di privilegiare la spesa per gli investimenti”.
Lo 0,2% in meno del rapporto deficit/PIL riuscirà ad accontentare la Commissione europea? Difficile che accade, considerando che Bruxelles ha già manifestato la sua volontà.
A dare speranza sul possibile abbassamento del deficit in manovra è stato il ministro per le Politiche Agricole e Forestali e per il Turismo Gian Marco Centinaio: “Sono convinto che scenderà, magari rinunciando a qualcosa. I capi politici sanno benissimo quali sono le priorità. Uno spread troppo alto spaventa”.