Flat Tax, altro nodo che stringe il cappio attorno al governo

Ecco che è arrivato un altro nodo a minare l’alleanza governativa giallo-verde: la Flat Tax, cavallo di battaglia durante la campagna elettorale della Lega. A destabilizzare ulteriormente l’ambiente teso che aleggia fra le stanze di Palazzo Chigi ormai da settimane è l’intervento proprio di Salvini, il quale ha affermato che le cifre stimate dal ministero del Tesoro per dare vita al provvedimento (60 miliardi di costo) sono sensibilmente più basse.

“Non è una lotteria in stile Superenalotto”, ha affermato il ministro degli Interni, “questi numeri strampalati vanno contati con molta precisione”. Quali sono questi numeri esatti? “La prima fase della Flat Tax prevede circa 12-15 miliardi di euro e già così rappresenta una rivoluzione epocale”, ha puntualizzato Salvini.

A gettare ulteriormente benzina sul fuoco ci ha pensato il ministro dell’Economia Giovanni Tria. “Né io e né il Mef abbiamo ricevuto le stime fatte sulla riforma”, ha dichiarato il ministro, “e non sono neanche arrivate proposte specifiche. Varie ipotesi sono al vaglio da luglio, ma non c’è nessuna novità rilevante”.

Sulla stessa scia è il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri, creatore dal punto di vista leghista della Flat Tax e che ha così rilanciato: “Non so se questo studio del Mef esista o meno, ma se così fosse io non ho mai avuto il privilegio di visionarlo. Parliamo di un progetto totalmente diverso da ciò che abbiamo in mente noi della Lega, ovvero quello di applicare il 15% di aliquota fissa ai redditi fino a 50.000 euro e con deduzioni inversamente proporzionali al reddito”.

Queste affermazioni dicono che i tempi duri per il governo non sono finiti dopo la pausa di riflessione sulla TAV, ma sono appena cominciati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *